Cosa troverai? Esperienza espatrio con famiglia, mobilità professionale, relocation, alloggio, città, quartieri, paesaggio, economia, industria, trasporti, gastronomia
Vuoi sapere come ci si sente nel trasferirsi in una grande città all’estero?
Vuoi conoscere le sfide collegate alla mobilità professionale, al trasloco e alla sistemazione della tua famiglia?
In questo articolo troverai la narrazione del nostro arrivo a Lione.
Lione è la terza città della Francia per popolazione, dopo Parigi e Marsiglia.
Vi racconterò delle caratteristiche di questa area urbana, definita métropole, e delle zone, o arrondissement, in cui si suddivide la città. Vi parlerò anche delle nostre ricerche per trovare una sistemazione e dei principali servizi di assistenza alla mobilità forniti dalle grandi aziende (Relocation Package).
Proseguendo nella lettura potrete ottenere informazioni riguardo ai diversi quartieri e trovare idee e soluzioni ispiranti per i primi passi da compiere quando è il momento di traslocare.
Ecco la nostra ExpatExperience.
Se vuoi condividere la tua, non esitare a scrivermi: info@expatexperience.net
Relocation in Lyon
Siamo arrivati a Lione in un pomeriggio di inverno, passando attraverso il traforo del Fréjus, sull’autostrada che oltrepassa Modane e Chambéry.
All’interno dell’abitacolo della nostra auto, l’aria tiepida si era condensata sui cristalli. Stavamo sprofondati nei sedili, un po’ stanchi per il viaggio, guardando fuori dai finestrini la periferia della città che iniziava a scorrere. Fuori, le persone alle fermate dell’autobus e dei tram. Osservavamo in silenzio. I ciclisti che rientravano dal lavoro, con il casco, la borraccia, la borsa per il PC portatile, avevano la goccia che penzolava sotto il naso e un fumo bianco acquoso ritmava le loro espirazioni.
Al di là delle mete di interesse turistico, che conoscevamo già, abbiamo avuto subito voglia di esplorare l’intero territorio della cosiddetta métropole. La Métropole de Lyon è una collettività urbana nata nel 2015, che raggruppa i 59 comuni della Grand Lyon.
Il primo impatto con questa area metropolitana si è articolato in tre diversi momenti: la periferia, la Presqu’ìle e i quartieri residenziali.
Abbiamo cominciato percorrendo le aree periferiche dove si concentrano le imprese, gli incubatori di start up e i centri di ricerca e tecnologia nel sud-est della città.
Si tratta di un’area punteggiata di cluster tecnologici e impianti per la produzione di energie.
In queste aree, a forte attività economica, i settori dominanti restano quello industriale, dell’edilizia e dei lavori pubblici. A questi si affianca il settore ambientale e della gestione dei rifiuti.
Inutile dire che il paesaggio di queste zone non risulta particolarmente attrattivo.
Eravamo curiosi di capire in quale modo la Métropole de Lyon riuscisse a sostenere un tessuto industriale inclusivo e integrato al territorio e ai suoi abitanti, come proclamato dalle istituzioni locali.
Parallelamente alla riconversione di molte aziende automobilistiche, metallurgiche, tessili, farmaceutiche e agroalimentari verso processi di produzione più puliti e sostenibili, l’incremento di nuove realtà industriali (più di ottomila stabilimenti industriali all’interno della Métropole, secondo i dati INSEE, di cui 900 nuove imprese) è un fattore di innegabile dinamismo e di diversificazione per la regione.
Cercavamo di capire se potesse essere per noi interessante trovare una sistemazione abitativa al di fuori del centro. Le aree residenziali che abbiamo attraversato, pur gradevoli, quando situate nella periferia buona e verde nei dintorni della città, ci restituivano tuttavia una sensazione globale di piattezza e di isolamento.
Lo sviluppo urbano si è concentrato negli ultimi anni sulla riqualificazione degli argini dei due fiumi, il Rodano e la Saona, e ha permesso di trasformare aree industriali di grandi dimensioni, come quella della Confluence, o anche semplici banchine fluviali, in passeggiate fatte di spazi verdi, pedonali e ciclabili, e luoghi di relax.
Percorrendo il lungo fiume, ci siamo avvicinati al centro della città. Abbandonando senza esitazione le zone residenziali periferiche, ci siamo rifugiati nei quartieri più affascinanti dal punto di vista architettonico, quelli di Brotteaux e della Presqu’île, con gli ampi viali e i meravigliosi edifici haussmaniani di fine Ottocento.
Ed è proprio la penisola a forma di mandorla, che si estende dal quartiere di Terreaux, ai piedi della collina della Croix–Rousse, fino al punto di confluenza fra Rodano e Saona, che ha risvegliato la nostra attenzione e ha cominciato ad animare i nostri sogni.
Chiediamo all’agenzia che si occupa della nostra relocation (trasferimento) di trovare il nostro primo appartamento proprio sulla Presqu’île, il quartiere più centrale di Lione.
I servizi di relocation prevedono di fornire assistenza e facilitazioni ai dipendenti delle aziende internazionali, che devono trasferirsi da un paese a un altro. In generale offrono aiuto per quanto riguarda la ricerca di alloggio, il trasloco, le pratiche amministrative e la stabilizzazione emotiva e lavorativa delle persone coinvolte.
L’agenzia di rilocazione accetta malvolentieri la nostra richiesta, poiché la Presqu’île è caratterizzata da spazi abitativi limitati. Essendo una delle zone più centrali e attraenti della città, il costo della vita e degli affitti nella Presqu’île può essere piuttosto alto rispetto ad altre aree della città. Inoltre, a causa della sua posizione e della natura storica del quartiere, l’accessibilità alla Presqu’île in auto non è banale, è soggetta a restrizioni di traffico e a limitazioni di parcheggio.
Fino a quel momento, il cuore della città per noi si estende dall’Hotel de Ville, con l’Opéra, il palazzo della Borsa e le vie commerciali, alla Place Bellecour (una tra le più grandi piazze europee sotto lo sguardo della basilica di Notre Dame de Fourvière). Decidiamo di spingerci fino alla Place Carnot, con la stazione ferroviaria di Perrache.
L’appartamento che selezioniamo ha la fortuna di trovarsi nello storico quartiere di Ainay, dal quale è possibile raggiungere a piedi le banchine della Saône quindi, attraverso la Passerelle du Palais de Justice, accedere alle stradine del Vieux Lyon.
Vieux Lyon è il quartiere più antico di Lione, che risale all’epoca romana. Strade strette e lastricate, di carattere medievale, edifici rinascimentali con cortili interni, traboules (passaggi pedonali su cui torneremo in un altro articolo), tetti in tegole di terracotta. E la meravigliosa cattedrale Saint-Jean, che riunisce elementi gotici e romanici.
La prossimità della città vecchia alla Presqu’île ci rassicura. È come se in quel momento, strappati al centro storico della nostra città in Italia, avessimo bisogno di un nuovo nucleo storico a cui ancorarci.
L’appartamento che ci accoglie è nuovo, completamente arredato (meublé), e possiede una fortunata terrazza che guarda in direzione della collina di Fourvière. Siamo in un appartamento moderno, circondato di bellezza in ogni direzione!
I camini in mattoni sui tetti dei palazzi di fronte a noi, les hôtels particuliers, dimore della ricca borghesia lionese, l’abbazia medievale (romanica) di Ainay, la via degli antiquari: tutto contribuisce a svelarci un quartiere che testimonia del passato aristocratico e del florido presente della città.
Passo le giornate incantata, ad osservare lo scorrere della vita intorno a noi nelle diverse ore del giorno. La mattina, il profumo dei croissants nell’aria, le persone vanno al lavoro. Esco a piedi o in bicicletta, cerco la scuola elementare e scopro i negozi di prossimità.
La Mairie del secondo arrondissement è il municipio dove svolgo tutte le pratiche necessarie alla nostra sistemazione qui. L’edificio mi affascina, senza motivo: lo stile architettonico è conforme alle tradizioni dell’architettura civile lionese dell’Ottocento. Liscia, equilibrata, un po’ napoleonica. Nell’attesa del mio turno allo sportello, mi documento e cerco di capire il perché di questa fascinazione.
Il basamento dell’edificio è in pietra di Villebois (una roccia sedimentaria che proviene dall’Isère), tagliata con una finitura martellata sottile. Il piano terra è realizzato in muratura a ciottoli delle cave della regione (della Grive o di Couzon), rivestite all’esterno con un paramento in pietra di Tarascon. È una pietra giallo chiara, delicata, provenzale. I piani superiori sono della stessa muratura rivestita con ciottoli in pietra di Arles. L’edificio è circondato da una bella recinzione a punta di lancia, ridipinta di fresco. Per gli esperti: la base della griglia di contorno è in pietra nera di Saint-Cyr, massiccia. Sarà forse anche l’ampia struttura interna a chiocciola, con i gradini in legno pregiato. Mi innamoro di questo municipio, di questo quartiere e dei suoi servizi.
A portata di mano, anche il quartiere elegante dei Jacobins, i locali all’aperto e il teatro della Place des Célestins, la Rue de la République.
A una passeggiata di distanza: i musei, le istituzioni, l’Istituto Italiano di Cultura, le università.
Con la bella stagione, spesso la sera facciamo un giro al mercato dei produttori locali sulla Place Carnot, beviamo una birra (o un Diabolo grenadine) seduti ai tavolini, al sole che tramonta. I bar, i ristorantini e i locali da asporto non si contano.
Nel fine settimana, prendiamo la bicicletta e pedaliamo sulle rive del Rodano fino al Parco della Tête d’Or, nel sesto arrondissement.
Restiamo in questo meraviglioso quartiere sei mesi appena. Il giusto tempo per renderci difficilissimo il distacco.
Il problema della Presqu’ìle è il traffico, in entrata e in uscita, nelle ore di punta.
La quasi totalità degli arrondissement di Lione rientra in un perimetro detto Zona a basse emissioni (ZFE), creato appositamente per ridurre l’inquinamento atmosferico. All’interno di quest’area, la circolazione dei veicoli più inquinanti è vietata e viene incoraggiata la circolazione dei mezzi di trasporto sostenibili (veicoli elettrici, biciclette) per garantire un minor tasso di emissioni di particelle fini. Queste aree (in italiano LEZ) sono anche un ottimo strumento per combattere l’emergenza climatica, legata all’utilizzo di combustibili fossili, nonché l’inquinamento acustico. Tuttavia, il traffico della città resta densissimo e spesso congestionato.
Iniziamo così la nostra esplorazione di altri settori urbani, che potrebbero evitarci l’attraversamento dei ponti che collegano alla Presqu’ìle la zona amministrativa dell’ipercentro moderno (Préfecture) e che costituiscono, di fatto, un imbuto per la circolazione stradale.
È così che ci spingiamo nei quartieri di Montchat e Monplaisir, a cavallo tra il terzo e l’ottavo arrondissement. Si tratta di aree conosciute per la tranquillità delle vie principali e per un tessuto abitativo all’interno del quale si alternano casette indipendenti e edifici a più piani. La maggior parte dei palazzi risale agli anni Sessanta. Molto bene servite dalle stazioni della metropolitana, queste zone dispongono di infrastrutture, negozi e parchi.
Ci concentriamo su Monplaisir, attorno all’Avenue des Frères Lumière. Il motivo è semplice. Su un’unica via contiamo: otto panifici-pasticcerie, quattro formaggerie, cinque piccoli supermercati (di cui un paio bio), quattro farmacie, sette parrucchieri, quattro centri estetici. Poi profumerie, librerie, fiorai, negozi di abbigliamento, di cioccolato, caffè e tè, e – non ultimi – una calzoleria e l’ufficio postale a prossimità.
Sull’avenue ho contato anche parecchi bar, bistrot e ristoranti: sushi, giapponese, libanese, hamburger, bagel, pizzerie e ovviamente diverse brasserie francesi. C’è perfino un ristorante del gruppo Bocuse, il Restaurant Marguerite!
Paul Bocuse è stato uno dei più influenti chef francesi del XX secolo e ha lasciato un’eredità duratura nel mondo della gastronomia. Il primo ristorante Paul Bocuse, che ha guadagnato tre stelle Michelin, si trova a Collonges-au-Mont-d’Or, appena fuori Lione, ed è considerato uno dei migliori ristoranti al mondo. In un altro post, troverete la mia avventura presso la scuola di cucina gourmet Institut Lyfe, ex Scuola di cucina e gastronomia Paul Bocuse.
Il ristorante si trova all’interno di una bella villa borghese degli inizi del Novecento, con un verdissimo giardino e appartenuta a uno dei fratelli Lumière, inventori del cinematografo. Ma è sulla piazza Place Ambroise-Courtois, che si staglia la grande villa fine Ottocentesca della famiglia Lumière, oggi Musée Lumière, lateralmente al cinémascope, un grande schermo panoramico curvo, che ospita in estate il cinema all’aperto.
Sulla stessa piazza, tre volte alla settimana, si svolge il mercato. Il primo sabato mattina di esplorazione in questo quartiere, appena catapultati fuori dalla stazione della metropolitana Monplaisir-Lumière, il nostro sguardo è travolto dai colori. I colori degli ortaggi, dei fiori, dei pani artigianali. Il naso è rapito dai profumi della frutta, del pesce, dei polli allo spiedo che sfrigolano. Piramidi di formaggi, torte di camembert, tronchetti cilindrici e tome. A pasta molle e crosta fiorita, a crosta lavata, a pasta cotta o cruda, pressata o arborinata. Formaggi freschi, crottin (letteralmente: cacche di cavallo) e bocconcini.
Le persone fanno la coda davanti ai banchi di loro scelta con il cesto in paglia (cabas en osier) sotto il braccio. Il cestino per fare la spesa al mercato (in paglia di palma del Madagascar) è stato uno dei primi acquisti che ho fatto quando ci siamo resi conto che non avremmo più messo piede negli ipermercati!
Se poi, all’ora di pranzo, vi fate tentare da uno dei piatti dell’autentica brasserie Industrie Café Comptoir, prendetevi il tempo e fate con calma. Quando ne uscirete vi ritroverete sulla stessa piazza, tutta spazzata e lavata. I banchi del mercato hanno lasciato il posto alle partite di pétanque dei pensionati, che prendono il sole (quando c’è) sulle panchine che fiancheggiano il terreno di gioco, delineato da una miscela rossastra di sabbia e argilla.
Qui abbiamo trovato il nostro secondo appartamento, lo abbiamo arredato e, non appena è iniziata la scuola, la nostra vita familiare ha preso una nuova spinta.
Ma questa è un’altra avventura, la troverete in un prossimo articolo!
A presto su Expat Experience, narrazioni espatriate.
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